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Questo gioco di fantasmi

Joe Simpson è il noto protagonista della vicenda raccontata nel film "Touching the Void", edito in Italia con il titolo "La morte sospesa" da Fandango. Un film davvero davvero bello, adatto per chi ama la montagna così come per chi non c'è mai stato. Il film è tratto dall'omonimo bestseller,  nel quale Simpson racconta la sua avventura, terribile e straziante, durante la discesa dalla parete ovest della Siula Grande, Perù.

Siamo nel 1985. Joe Simpson e Simon Yates hanno appena raggiunto la vetta, ed iniziano la discesa. Simpson si rompe una gamba. Yates è costretto a calarlo, lunghezza dopo lunghezza, quasi come un sacco di patate. D'un tratto Simpson vola, la corda si tende, Yates punta i piedi ancora più forte nella neve alta e da seduto lo tiene. Urla, cerca di capire, nulla. Resiste a lungo, il peso è insostenibile, prima di essere trascinato nell'abisso trancia la corda con una lama. Da quell'istante, per Simpson, inizia una prova di resilienza incredibile. Il successo del libro si deve alla potenza della storia... ed alla potenza della scrittura. 


Parete ovest della Siula Grande

Nel panorama della letteratura di montagna sono pochi gli alpinisti che hanno fatto grandi cose e che hanno saputo raccontarle bene. Simpson è uno di questi. Scrive bene, perché scava dentro. Ed ha molta ironia. Doti confermate anche nei numerosi libri successivi, come "Questo gioco di fantasmi", da cui è tratto l'immenso pezzo seguente:

“La paura incontrollata è un’emozione corrosiva, un tarlo che rode il tessuto della mente, induce un doloroso stato di ansia e non porta nulla di buono. Perderò o vincerò? Dove troverò i soldi per il mutuo? I bambini sono al sicuro? Gli altri mi stimano? Sono un fallito?  Non c’è nulla di sano in questo tipo di paura. È una malattia della mente che non produce risposta utile e ci lascia in un limbo di penosa incertezza. Nelle paure archetipe c’è se non altro l’impulso a combattere e fuggire dell’adrenalina e il senso di conquista e di sicurezza che viene dall’affrontare la bestia […] Se cominciamo ad assecondarle, queste paure immaginarie ci terranno prigionieri. Sono lo scotto del pensiero, la penitenza del vivere. In un certo senso l'alpinista smette di vivere nel momento in cui comincia ad arrampicare. Esce dal mondo dell'ansia per entrare in un mondo in cui non c'è spazio, né tempo per tali distrazioni. L'unica cosa che gli importa è sopravvivere al presente [...] È una vita separata, di decisioni semplici, nette: scaldati, nutriti, bada a quello che fai, riposati, abbi cura di te e del tuo compagno, sii presente. Presente, appunto: finché non c'è altro che il presente e non ci sono più paure a minare la sicurezza. Vivere per il presente, per l'ora e qui, comporta un inaspettato vantaggio. Se riusciamo a sottrarci al bisogno di conoscere il futuro e liberarci dalle pastoie del passato, e dunque il nostro agire è solo nel presente e per il presente, conquistiamo una libertà assoluta. Il puro e semplice esistere ci rende più liberi di quanto possiamo immaginare [...] È questo darsi completamente al presente che rende così difficile voltarsi indietro a guardare quello che si è fatto e spiegare perché si è scelto di farlo [...] Nel guardare indietro si perde la prospettiva del presente: per questo non si può mai spiegare davvero il proprio agire [...] Quando scende dalla montagna e rimette piede nella vita l'alpinista cerca, senza riuscirci, di comprendere l’esperienza che ha vissuto. Di quelle giornate conserva un ricordo potente e bellissimo ma non sa dire esattamente cosa è successo. Sa che qualcosa è effettivamente accaduto, ma non riesce a metterci il dito sopra”.


Joe Simpson

Vale la pena avere in libreria almeno uno dei suoi libri. Per leggerlo. E per rileggerlo di tanto in tanto, riesce sempre a trasmettere qualcosa. Non sarà un caso se i The Hours hanno scelto di citare nel bellissimo testo della canzone "Ali in the jungle" questo anomalo alpinista britannico:

Everybody gets knocked down,
Everybody gets knocked down,
How quick are you gonna' get up?
How quick are you gonna' get up?

Like Ali in the jungle,
Like Nelson in jail,
Like Simpson on the mountain,
With odds like that, they were bound to fail




               (novembre 2012)
Recensione di:
Simpson, J., Questo gioco di fantasmi (1993). Trad. it. Vivalda Editori, 1994, 2001
(acquistato per 18 euro; tempo di lettura, 10 ore/treno)