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La vedova scalza

"Me lo portarono a casa un mattino di giugno, spoiolato e smembrato a colpi di scure come un maiale. Neanche una goccia di sangue gli era rimasta". Inizia così la storia di Mintonia e Micheddu, la storia di un amore in Barbagia durante il fascismo. "Io non versai neanche una lacrima. Non per disamore, come pensò qualche limbipudia, e neanche perché avevo finalmente smesso di soffrire, come disse qualche bagassa vezza del vicinato di Pedi Pudios. Io piansi dentro, perché quello per mio marito era amore grande [...]"
Salvatore Niffoi vive e lavora a Orani, in provincia di Nuoro, ed il romanzo dell'amore di Mintonia e Micheddu è anche il romanzo della Sardegna, delle questioni regolate con la leppa e del sole che riempie di sé i luoghi ed il vino, mai chiamato rosso, ma nero. Questo sito di trekking, laicità ed arrampicata, è anche un omaggio continuo alla Sardegna, camminata in lungo e largo, con amore. Una terra straordinaria, selvaggia, aspra. A due facce: una, conosciuta con lo zaino in spalla, fatta di grifoni, calcare e ginepri, che fa descrivere le braccia del giovane protagonista "forti e lecciose"; l'altra, incontrata nelle pagine di Niffoi, impastata di pattadese, rancori e violenza, terribile, da cui sarà "spoiolato" Micheddu, e dalla quale fuggirà Mintonia, non prima di avere barattato il proprio corpo per una gola tagliata.
È un libro difficile da consigliare. Duro, chiuso, con un forte uso del dialetto sardo. È un libro incomprensibile per chi della Sardegna conosce solo Santa Teresa o Porto Pollo, e non sa immaginarne la Barbagia ed il Supramonte. È un libro sbalorditivo. 
(gennaio 2008)
Recensione di:
Niffoi, S., La vedova scalza. Adelphi, 2006.
(letto in prestito; tempo di lettura, 6 ore/treno)

Letto (giugno 2008) anche Ritorno a Baraule. È ancor più bello.