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Debellare il senso di colpa
È
scritto nel Talmud: "una ferita all'amor proprio equivale a spargimento
di sangue". Lo riscopro in questo libro letto due volte.
Quattro anni fa, e questo mese. In questi anni, tante cose. E
la rilettura porta
più in profondità, trova sponde più robuste
nell'accresciuta consapevolezza. Quanta fatica: scavare,
scoprire, accettare. Metaforicamente,
l'opposto dell'alpinismo: lì scali per la cima, qui scavi in
profondità; lì la conquista della cima produce come
uno svuotamento, qui la conquista di te stesso ti riempie. Di
senso, di forza. |
Dalla
premessa dell'autore: «Quando cerchiamo di trovare le cause di
una sofferenza umana non siamo abituati a prendere in considerazione,
tra esse, la nostra imperfezione psicofisica congenita. Questa
omissione inconsapevole costituisce un ostacolo invisibile per la
ricerca, la comprensione e la cura dei fenomeni ansiosi. D'altra parte
è inconsueto incontrare un medico che, in cuor suo, ma talora
anche esplicitamente, non consideri il corpo umano una macchina
perfetta. Eppure le sofferenze provocate da dolori e paure inutili,
fuori luogo, sproporzionati alla realtà, sono eventi quotidiani,
legati non ai pericoli che corriamo davvero ma alla grossolona taratura
dei nostri meccanismi di sopravvivenza [..] Parecchio tempo prima di
nascere, quando siamo grandi appena qualche centimetro, la natura ci ha
già dotato di un riflesso nervoso che servirà a
difenderci dai pericoli che incontreremo nel mondo. Questo riflesso
innato, che si chiama nocicettivo, si sviluppa poi in due grandi
sistemi: quello del dolore, che funge da segnale di allarme se il corpo
è danneggiato, e quello della paura, che serve a sfuggire i
pericoli per evitare di essere danneggiati. È un dispositivo di
difesa della vita efficace e sufficiente alla conservazione della
specie e del suo perpetuarsi, ma così rozzo e approssimativo nei
singoli individui da far pensare che abbiano ragione gli evoluzionisti
quando sostengono che la natura ha a cuore solo gli interessi della
specie ed è indifferente alla sorte degli individui, veicoli
provvisori del DNA [...] Soffriamo dolori atroci per una colica renale
che non rappresenta alcuna minaccia alla vita, mentre il dolore
è assente quando si sta sviluppando un tumore [...] Non sono in
grado di darmi una spiegazione convincente del perché ci sia, in
noi, il sentimento e poi l'idea che l'uomo è creato perfetto,
sebbene la concreta esperienza ce lo neghi di continuo. Evidentemente
c'è ancora dentro di noi l'antichissima e prelogica ideologia
dell'Uomo Perfetto, elemento fondante di molte religioni, una ideologia
che serve a sentirsi diversi dagli animali, non dissimili dal divino, e
potenzialmente immortali. Questa
ideologia, questa emozione, persiste nei secoli e nei millenni malgrado
il fatto, noto a tutti gli scienziati, che la legge dell'evoluzione
postula una continua modificazione dell'organismo umano nel tempo, e
quindi non può esistere nessun momento in cui siamo perfetti».
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Collegamenti:
< Stress
Una interessante scheda
di approfondimento su
un compagno di vita non voluto |
«Comunque, vivere con la coscienza sveglia su quale sia la realtà
del nostro essere può aprire nuove strade terapeutiche e
può aiutarci a fare meglio i conti con la nostra propensione a
sentirci inadeguati e colpevoli».
Un libro intelligente, libero, scritto con linguaggio piano e chiaro, un libro che fa bene. |
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(aprile 2010) |
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Recensione di:
Della Seta, L., Debellare il senso di colpa. Contro l'ansia, contro la sofferenza psichica. Marsilio, 2005.
(acquistato per 12 euro; tempo di lettura, 8 ore/treno) |
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